SCHEDA DI LETTURA DI UN'OPERA D'ARTE
GIORGIONE: LA TEMPESTA
1.
Scheda informativa dell’opera
Titolo:
La tempesta
Datazione:
1506-1508
Dimensioni:
82x73 cm
Collocazione
(provenienza e sede attuale): Gallerie
dell'Accademia, Venezia
Tecnica
e materiali: Olio
su tela
Genere:
Paesaggio
con figure
2.
Lettura descrittiva (denotativa)
L'opera
raffigura un paesaggio in cui, oltre agli elementi naturali ed
architettonici, troviamo immerse tre figure; a destra,
ai margini di un boschetto, presso una fonte, siede una donna
seminuda che
allatta un bambino e guarda verso lo spettatore.
A
sinistra un
giovane in
abiti civili del Cinquecento la osserva, appoggiato ad un bastone.
I
personaggi sono assorti, non c'è dialogo fra loro, sono divisi da un
ruscelletto.
Alle
loro spalle, al di là di rovine con colonne e finte logge, si apre
la veduta
di una città su
un fiume attraversato da un semplice ponte
di legno,
con case medievali, torri, chiese, edifici classici e cupole.
In
particolare, si vede un edificio che sembra una moschea e alte mura
di stile
orientaleggiante. Il cielo, plumbeo e gonfio di nubi, è squarciato
da un fulmine.
3.
Lettura interpretativa (connotativa)
La tempesta appartiene al genere dei cosiddetti "paesetti con figure", opere di destinazione privata molto apprezzate dalla colta committenza veneziana.
Si tratta di dipinti di piccolo formato con ampie raffigurazioni paesaggistiche, interpretate in modo lirico e malinconico, grazie alle pennellate vibranti della pittura tonale.
In queste tele troviamo significati allegorici o intenzionalmente nascosti e allusivi, determinati dalla scelta e dagli interessi eruditi, filosofici, letterari e archeologici degli stessi committenti.
Con la perdita di documenti e carteggi, lontani dal contesto culturale in cui fu realizzata quest'opera, sono state fatte solo delle ipotesi riguardo il messaggio del dipinto e quindi la sua interpretazione.
Fino alla metà del XIX secolo la scena era interpretata come un ritratto dell'artista con la sua famiglia e il dipinto era intitolato La famiglia di Giorgione.
Poi, si è pensato ad una rappresentazione derivata dalla mitologia antica, ripresa o dallaTebaide di Stazio (Adrasto scopre in un bosco Hypsipyle che sta allattando Ofelte, figlio di Licurgo) o dalle Metamorfosi di Ovidio (Deucalione e Pirra, i progenitori dell'umanità, sopravvissuti al diluvio universale).
Qualcuno ha considerato il soggetto come un'allegoria di due virtù: la Fortezza (il soldato) e la Carità (la donna), soggetti all'imprevedibilità della Fortuna (il fulmine).
Qualcun altro ci ha visto una complicata interpretazione esoterica del biblico racconto del "Ritrovamento di Mosè" sulle rive del Nilo; la città sullo sfondo, in cui si riconoscono forme orientaleggianti, viene identificata come una città d'Egitto.
Altri legano l'interpretazione alle teorie platoniche, leggendone il significato in un contesto alchemico come un'allegoria dell'unione di cielo e terra.
C'è chi scommette che si tratti di Adamo ed Eva dopo la cacciata dall'Eden: Adamo si riposa dalle sue fatiche, Eva allatta il piccolo Caino, partorito con dolore, la città sullo sfondo è l'Eden perduto, il fulmine simboleggia l'ira divina.
Tutte
le interpretazioni proposte sono state via via criticate e
smantellate, mantenendo vivo il
dibattito.
Al di là di qualsiasi lettura iconografica resta però lo straordinario senso per la natura, che forse mai prima aveva trovato un così esplicito ruolo da protagonista.
dibattito.
Al di là di qualsiasi lettura iconografica resta però lo straordinario senso per la natura, che forse mai prima aveva trovato un così esplicito ruolo da protagonista.
4.
La struttura espressiva: aspetti formali e stilistici
Il colore e la luce sono gli elementi fondamentali della composizione; non vi è disegno preparatorio ma, attraverso il colore, Giorgione ha rappresentato la profondità del paesaggio verdeggiante, l'atmosfera carica di elettricità e l'istante di luce che precede il temporale.
Da notare l’effetto “bagnato” sulle foglie, quello delle “ombre in movimento” dovuto al passaggio dei nuvoloni e lo spettacolare effetto della trasfigurazione dei colori sotto la luce del lampo.I tocchi di giallo e di verde chiaro muovono le fronde e le rendono vibranti e vive, creando l’impressione del vento, mentre il rosso dell'abito dell'uomo bilancia con la sua vivacità l'omogeneità cromatica del resto della composizione.
Vi è una totale intonazione dei colori che unifica l'opera ed è resa attraverso il chiaroscuro, ossia l'utilizzo di varie gradazioni del colore per dare profondità al paesaggio e volume ai corpi.
5.
I riferimenti
Secondo l'uso quattrocentesco, il paesaggio veniva costruito 'architettonicamente' mentre Giorgione dà vita ad un'immagine diretta di natura vivente, ispirandosi certamente agli studi dal vero di Leonardo e al naturalismo di Durer ma apportandone originalità sul piano coloristico.
Da un punto di vista stilistico, in quest'opera Giorgione rinunciò alla minuzia descrittiva dei primi dipinti, per arrivare a un impasto cromatico più ricco e sfumato, memore proprio della prospettiva aerea leonardiana, ma anche delle suggestioni nordiche, della scuola danubiana. La straordinaria tessitura luminosa è leggibile, ad esempio, nella paziente tessitura del fogliame degli alberi e del loro contrasto con lo sfondo scuro delle nubi.
6.
Interpretazione personale sugli effetti che l'opera così analizzata
suscita nello spettatore.
Nessun commento:
Posta un commento