venerdì 10 febbraio 2012

SCHEDA DI LETTURA DI UN'OPERA D'ARTE: LA TEMPESTA DI GIORGIONE


SCHEDA DI LETTURA DI UN'OPERA D'ARTE
GIORGIONE: LA TEMPESTA






1. Scheda informativa dell’opera

Autore: Giorgione (Castelfranco Veneto,1478- Venezia, 1510)
Titolo: La tempesta
Datazione: 1506-1508
Dimensioni: 82x73 cm
Collocazione (provenienza e sede attuale): Gallerie dell'Accademia, Venezia
Tecnica e materiali: Olio su tela
Genere: Paesaggio con figure



2. Lettura descrittiva (denotativa)

L'opera raffigura un paesaggio in cui, oltre agli elementi naturali ed architettonici, troviamo immerse tre figure; a destra, ai margini di un boschetto, presso una fonte, siede una donna seminuda che allatta un bambino e guarda verso lo spettatore.
A sinistra un giovane in abiti civili del Cinquecento la osserva, appoggiato ad un bastone.
I personaggi sono assorti, non c'è dialogo fra loro, sono divisi da un ruscelletto.
Alle loro spalle, al di là di rovine con colonne e finte logge, si apre la veduta di una città su un fiume attraversato da un semplice ponte di legno, con case medievali, torri, chiese, edifici classici e cupole.
In particolare, si vede un edificio che sembra una moschea e alte mura di stile orientaleggiante. Il cielo, plumbeo e gonfio di nubi, è squarciato da un fulmine.

3. Lettura interpretativa (connotativa)

La prima notizia che abbiamo del dipinto risale al 1530: esso è attestato da Marcantonio Michiel, veneziano appassionato di arte e contemporaneo dell'artista, nella casa del nobile Gabriele Vendramined è definito “paesetto in tela cum la tempesta, cum la cingana ("zingara") et soldato”.
La tempesta appartiene al genere dei cosiddetti "paesetti con figure", opere di destinazione privata molto apprezzate dalla colta committenza veneziana.
Si tratta di dipinti di piccolo formato con ampie raffigurazioni paesaggistiche, interpretate in modo lirico e malinconico, grazie alle pennellate vibranti della pittura tonale.

In queste tele troviamo significati allegorici o intenzionalmente nascosti e allusivi, determinati dalla scelta e dagli interessi eruditi, filosofici, letterari e archeologici degli stessi committenti.
Con la perdita di documenti e carteggi, lontani dal contesto culturale in cui fu realizzata quest'opera, sono state fatte solo delle ipotesi riguardo il messaggio del dipinto e quindi la sua interpretazione.
Fino alla metà del XIX secolo la scena era interpretata come un ritratto dell'artista con la sua famiglia e il dipinto era intitolato La famiglia di Giorgione.
Poi, si è pensato ad una rappresentazione derivata dalla mitologia antica, ripresa o dallaTebaide di Stazio (Adrasto scopre in un bosco Hypsipyle che sta allattando Ofelte, figlio di Licurgo) o dalle Metamorfosi di Ovidio (Deucalione e Pirra, i progenitori dell'umanità, sopravvissuti al diluvio universale).
Qualcuno ha considerato il soggetto come un'allegoria di due virtù: la Fortezza (il soldato) e la Carità (la donna), soggetti all'imprevedibilità della Fortuna (il fulmine).
Qualcun altro ci ha visto una complicata interpretazione esoterica del biblico racconto del "Ritrovamento di Mosè" sulle rive del Nilo; la città sullo sfondo, in cui si riconoscono forme orientaleggianti, viene identificata come una città d'Egitto.

Altri legano l'interpretazione alle teorie platoniche, leggendone il significato in un contesto alchemico come un'allegoria dell'unione di cielo e terra.
C'è chi scommette che si tratti di Adamo ed Eva dopo la cacciata dall'Eden: Adamo si riposa dalle sue fatiche, Eva allatta il piccolo Caino, partorito con dolore, la città sullo sfondo è l'Eden perduto, il fulmine simboleggia l'ira divina.

Tutte le interpretazioni proposte sono state via via criticate e smantellate, mantenendo vivo il
dibattito. 
Al di là di qualsiasi lettura iconografica resta però lo straordinario senso per la natura, che forse mai prima aveva trovato un così esplicito ruolo da protagonista. 



4. La struttura espressiva: aspetti formali e stilistici

In questa opera figure e paesaggio si fondono in virtù della tecnica della pittura tonale che armonizza i colori, in questo caso basati tutti su cromie verdi e dorate, e sfuma i contorni per creare effetti di compenetrazione atmosferica. Le forme non sono chiuse da contorni ma si fondono con la forma vicina.
Il colore e la luce sono gli elementi fondamentali della composizione; non vi è disegno preparatorio ma, attraverso il colore, Giorgione ha rappresentato la profondità del paesaggio verdeggiante, l'atmosfera carica di elettricità e l'istante di luce che precede il temporale.
Da notare l’effetto “bagnato” sulle foglie, quello delle “ombre in movimento” dovuto al passaggio dei nuvoloni e lo spettacolare effetto della trasfigurazione dei colori sotto la luce del lampo.I tocchi di giallo e di verde chiaro muovono le fronde e le rendono vibranti e vive, creando l’impressione del vento, mentre il rosso dell'abito dell'uomo bilancia con la sua vivacità l'omogeneità cromatica del resto della composizione.
Vi è una totale intonazione dei colori che unifica l'opera ed è resa attraverso il chiaroscuro, ossia l'utilizzo di varie gradazioni del colore per dare profondità al paesaggio e volume ai corpi.


5. I riferimenti

Secondo Vasari, Giorgione fu allievo di Giovanni Bellini, da cui riprese il gusto per il colore e l'attenzione per i paesaggi: quest'ultima sarebbe stata influenzata, sempre secondo Vasari, anche dalle opere di Leonardo di passaggio in laguna.
Secondo l'uso quattrocentesco, il paesaggio veniva costruito 'architettonicamente' mentre Giorgione dà vita ad un'immagine diretta di natura vivente, ispirandosi certamente agli studi dal vero di Leonardo e al naturalismo di Durer ma apportandone originalità sul piano coloristico.
Da un punto di vista stilistico, in quest'opera Giorgione rinunciò alla minuzia descrittiva dei primi dipinti, per arrivare a un impasto cromatico più ricco e sfumato, memore proprio della prospettiva aerea leonardiana, ma anche delle suggestioni nordiche, della scuola danubiana. La straordinaria tessitura luminosa è leggibile, ad esempio, nella paziente tessitura del fogliame degli alberi e del loro contrasto con lo sfondo scuro delle nubi.



6. Interpretazione personale sugli effetti che l'opera così analizzata suscita nello spettatore.




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